Il 7 e l’8 luglio, sotto la guida della Presidenza tedesca, si è tenuta ad Amburgo la dodicesima edizione del G20. Secondo GCAP Italia, il comunicato congiunto finale compie alcuni passi avanti rispetto al communiqué del G7 di Taormina in merito a temi chiave per lo sviluppo sostenibile come l’Agenda 2030, la salute, la parità di genere e l’educazione, ma non trova l’accordo su temi importanti come quello della mobilità umana.
“Accogliamo positivamente lo spazio dedicato all’Agenda 2030, decisamente sottodimensionata nella dichiarazione finale di Taormina, e all’aggiornamento del relativo Action Plan – dichiarano Stefania Burbo e Massimo Pallottino, co-portavoce di GCAP Italia – Pensiamo tuttavia che sia necessario mantenere alto il livello di attenzione rispetto ai modelli di sviluppo che vengono proposti, sempre, e un po’ ideologicamente, basati sull’intervento ‘salvifico’ del settore privato. Riteniamo importante il riconoscimento del ruolo che il sistema delle Nazioni Unite riveste per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile globale. Per quanto riguarda la mobilità umana, infine, le istituzioni europee avevano chiesto che nel communiqué finale fossero esplicitate le sanzioni contro i trafficanti di esseri umani, ma l’opposizione di Russia e Cina ha avuto la meglio e dunque l’argomento non è stato trattato“.
Per completare il bilancio dei risultati del meeting di Amburgo, proponiamo qui di seguito le analisi e i commenti tematici elaborati dai policy officers di alcune delle organizzazioni parte di GCAP Italia.
QUESTIONI SISTEMICHE (pag. 7-8 del comunicato)
Il G20, forum tradizionalmente dedicato alle questioni di carattere economico, non riesce a trovare un terreno di intesa che riesca ad imprimere un impulso significativo rispetto alle posizioni già consolidate, ed anzi in qualche caso segna elementi di arretramento. Sul debito, nonostante i segni allarmanti di una situazione in pericoloso aggravamento, non si riconosce in alcun modo la necessità di meccanismi per affrontare le crisi di sovraindebitamento, ignorando il lavoro fatto dalle Nazioni Unite nella direzione della creazione di meccanismi di ristrutturazione del debito multilaterale. Anche le linee guida operative per il finanziamento sostenibile rappresentano un passo indietro rispetto a quanto già approvato dall’Assemblea Generale dell’Onu; allo stesso modo appare piuttosto debole la posizione assunta sulla ristrutturazione del sistema finanziario e sulla questione dell’elusione fiscale da parte delle compagnie multinazionali.
SALUTE GLOBALE (pag. 8 del comunicato)
Per quel che riguarda la salute, il testo del comunicato del G20 di Amburgo appare nettamente più ambizioso rispetto a quello del G7 di Taormina. I leader riuniti in Germania hanno fatto espresso riferimento alla copertura sanitaria universale, riconoscendo che il rafforzamento dei sistemi sanitari è un passo fondamentale per rispondere alle crisi sanitarie. Purtroppo, però, non si fa nessun riferimento all’accesso delle donne e delle ragazze ai servizi di salute sessuale e riproduttiva che oltre a promuovere lo sviluppo sostenibile garantisce non solo la prevenzione di malattie a trasmissione sessuale tra cui HIV/aids, ma riduce anche gli alti tassi di mortalità materna e infantile. I leader del G20 hanno inoltre enfatizzato la necessità di sviluppare una nuova piattaforma per incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuovi medicinali per combattere le infezioni resistenti ai farmaci ed in particolare la tubercolosi, il primo killer tra le malattie infettive che rappresenta un terzo delle morti dovute a infezioni multifarmaco-resistenti a livello mondiale. “Il fatto che da 50 anni non siano stati scoperti nuovi farmaci di prima linea per curare la tubercolosi evidenzia una grave mancanza del mercato farmaceutico: è chiaro che gli incentivi attuali nel mercato farmaceutico non hanno l’impatto che dovrebbero avere – afferma Francesca Belli, Direttrice Italia di ACTION-Global health advocacy partnership – Un meccanismo innovativo per incentivare la ricerca e lo sviluppo di farmaci per combattere la tubercolosi resistente e multiresistente potrà salvare miliardi di dollari e milioni di vite“. Ma la resistenza agli antibiotici non riguarda soltanto la tubercolosi: negli anni, l’antibiotico-resistenza è diventata sempre più importante, soprattutto per quanto riguarda i ceppi batterici la cui sensibilità a certi farmaci sembrava indiscussa. Risulta quindi chiave la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci, vaccini e tecniche diagnostiche, come anche un impegno globale per introdurre politiche di controllo del prezzo dei farmaci.
CLIMA ED ENERGIA (pag. 9 del comunicato)
Secondo Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia presso il WWF Italia, “è molto positivo che 19 Paesi su 20 abbiamo affermato solennemente che l’Accordo di Parigi sul Clima è irreversibile, confermando l’impegno per la sua attuazione“. È stato inoltre approvato un Action Plan su clima ed energia che non si limita alle dichiarazioni di principio, ma indica un set di azioni concrete, riconoscendo il ruolo degli attori non statali e della società civile. Si valuta positivamente anche la sottolineatura delle azioni da porre in essere prima del 2020 (cioè prima del periodo di effettiva azione dell’Accordo di Parigi), per determinare il picco e il declino delle emissioni nel più breve tempo possibile, data l’evoluzione molto rapida degli impatti sul riscaldamento globale. “Unica nota negativa – conclude Midulla – la frase minacciosa inserita dall’Amministrazione Trump nella dichiarazione dei leader, secondo cui gli USA ‘si impegneranno a lavorare a stretto contatto con altri paesi per aiutarli ad accedere e utilizzare i combustibili fossili in modo più pulito ed efficiente’, ignorando palesemente che è proprio l’uso dei combustibili fossili all’origine del problema climatico. D’altro canto, che questa pervicace volontà di guardare al passato sia associata alla sola amministrazione USA è essa stessa segno di debolezza“.
PARITÀ DI GENERE (pag. 11 del comunicato)
Va rilevato con interesse che il G20 ha riconfermato la necessità di investire nell’empowerment economico delle donne anche partendo da obiettivi e impegni già stabiliti in passato, come ad esempio quello assunto a Brisbane, nel 2014, di ridurre del 25% il gap di genere nella partecipazione alla forza lavoro entro il 2025. Oltre ad impegni prettamente di tipo economico, il G20 sottolinea la necessità di fornire protezione da ogni forma di violenza alle donne: “Si tratta di un orientamento in linea con la Roadmap for a Gender-Responsive Economic Environment del G7 italiano – spiega Maria Grazia Panunzi, Presidente di AIDOS – In entrambi i casi avremmo apprezzato maggiormente l’idea di promuovere anche l’agency delle donne e ragazze”. A differenza del G7, molto focalizzato sull’empowerment economico delle donne dei paesi coinvolti (per ovvie ragioni, ma un’apertura più ampia non avrebbe che arricchito i contenuti del Summit italiano), in considerazione della globalità e interconnessione che viviamo, il G20 orienta le sue politiche per le donne e le ragazze nel mondo e lancia una serie di iniziative e task force: la #eSkills4GirlsInitiative per promuovere opportunità e equa partecipazione di donne e ragazze nell’economia digitale e in particolare nei paesi a basso reddito e cosiddetti in via di sviluppo; la Women Entrepreneurs Financing Initiative (We-Fi) presso la World Bank che sosterrà gli sforzi del G20 nel ridurre le barriere finanziarie e a favorire l’accesso delle donne al mercato, al capitale finanziario e all’assistenza tecnica, in modo da favorire il raggiungimento della G20 Africa Partnership and the G20 Entrepreneurship Action Plan. Viene anche definita la Business Women Leaders’ Taskforce, che in stretta collaborazione con il gruppo W20 e B20 (Women 20 e Business 20) analizzerà come incrementare la partecipazione delle donne all’economia e produrrà raccomandazioni per il prossimo G20 sull’implementazione degli impegni in materia di empowerment economico. Vi è inoltre un tentativo di monitoraggio delle politiche che si svilupperanno e attueranno. “Sebbene apprezziamo lo sforzo portato avanti dal G20 per accelerare l’empowerment economico delle donne – afferma Panunzi – constatiamo la grave mancanza di qualsiasi riferimento alla necessità di garantire l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva alle donne e alle ragazze ovunque vivano e si spostino, ovvero alle residenti, alle richiedenti asilo, alle rifugiate e alle migranti, una condizione indispensabile per raggiungere uno sviluppo che sia veramente sostenibile e che risponda ai target degli Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDGs)“.
EDUCAZIONE (pag. 11 del comunicato)
La Dichiarazione di Amburgo non dedica uno spazio specifico al tema dell’educazione, come viene invece fatto per altri temi. Pur essendo inclusa nell’implementazione della Agenda 2030, non si evince la sua condizione fondamentale di fattore necessario per lo sviluppo umano. Viene inserita in modo generico nel tema dei diritti umani, senza mai fare riferimento esplicito al diritto all’educazione e all’accesso all’istruzione. È possibile leggere un accenno preciso nel paragrafo riferito al Women’s Empowerment, in cui si sottolinea l’importanza di promuovere l’educazione, l’occupazione e le opportunità imprenditoriali per le donne, le bambine e i giovani nelle aree rurali, nell’economia e nella società digitale, specialmente nei Paesi a basso reddito e in quelli in via di sviluppo. In particolar modo, il riferimento coinvolge il settore delle ICTs e delle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), considerate prioritarie nel superamento delle disuguaglianze, al fine di garantire una crescita sostenibile. “Il G20 ha dato un segnale importante riconoscendo, nella dichiarazione finale, priorità al tema del finanziamento all’educazione necessario per colmare il gap registrato a livello globale e messo in evidenza dalla Education Commission – commentano Chiara Damen, International Advocacy and Policy Senior Officer presso Save the Children Italia, e Anna Maria Donnarumma, fondatrice dell’Associazione culturale PRO.DO.C.S. – Cogliamo pertanto positivamente il richiamo all’istituzione dell’IFFed, da svilupparsi però in modo coerente e complementare agli altri meccanismi esistenti – GPE e ECW – che dovrebbero altresì essere interamente finanziati. Questo rilevante impegno politico dovrà però essere tradotto in azioni concrete; auspichiamo quindi che la Presidenza Argentina raccolga il testimone e inserisca questo tema nell’agenda politica del prossimo G20“.
SICUREZZA ALIMENTARE E DIRITTO AL CIBO (pag. 12 del comunicato)
La carestia è la più brutale espressione della povertà. Accogliamo con soddisfazione che gli Stati Uniti si siano uniti ai Paesi Bassi, al Regno Unito e alla Germania nel sottoscrivere impegni concreti per mettere fine all’emergenza delle cosiddette Four Famines (le carestie che stanno colpendo il Sud Sudan, la Nigeria, la Somalia, lo Yemen). Tuttavia, la crisi umanitaria richiede ulteriori e massicci investimenti. Si rileva, inoltre, che il gruppo dei G20 non ha affrontato il tema dei conflitti all’origine di alcune delle crisi.
G20 AFRICA PARTNERSHIP (pag. 13 del comunicato)
Il G20 di Amburgo ha definito, dopo mesi di anticipazioni, la sua strategia di partenariato con l’Africa, riconosciuta come il tentativo di rinnovare gli sforzi dei 20 Paesi nel supporto ad uno sviluppo economico sostenibile del continente. La G20 Africa Partnership si fonda su quattro pilastri: migliorare la crescita economica inclusiva e l’occupazione; sviluppare infrastrutture di qualità, specialmente nel settore dell’energia; rafforzare la finanza privata; organizzare una conferenza ad hoc dedicata all’iniziativa G20 Africa partnership. “Se accogliamo positivamente il primo pilastro, che inaugura iniziative concrete destinate ad esempio alle donne (#eSkills4Girls) e ai giovani (Rural Youth Employment) – spiega Livia Zoli, Capo Unità Policy e Lobby presso ActionAid – forti dubbi permangono sulla strategia dei cosiddetti Compact with Africa, veri e propri piani di investimento nei Paesi partner africani, volti ad attirare investitori privati”. L’intero documento, incentrato sul concetto di crescita economica come motore di sviluppo, non riporta nemmeno una volta riferimenti alla necessità che queste iniziative rispettino e garantiscano i diritti umani e sociali e, non da ultimo, la protezione dell’ambiente. Sappiamo che i compact firmati con alcuni paesi Africani hanno avuto non poche criticità in materia migratoria. Auspichiamo dunque che vengano stabilite regole molto rigorose per quanto riguarda il rispetto dei diritti della comunità locali, in particolare per quanto riguarda la proprietà terra e delle risorse naturali. Allo stesso tempo, forte è l’assenza di riferimenti a meccanismi partecipativi che possano includere le comunità eventualmente impattate in modo negativo dagli investimenti. “Nonostante l’attenzione alla crescita economica inclusiva del continente africano sia apprezzabile – conclude la Zoli – la G20 Africa Partnership così come approvata non è certamente all’altezza delle aspettative e, ancor più grave, se ad essa non seguiranno più specifici follow-up in termini di principi e standard da osservare, il rischio di spalancare le porte a grossi investimenti privati non regolamentati sarà grande”.
Photo credits: foto di gruppo dei leader del G20, Wikicommons